MALAFAZENDA | RECENSIONE.

Titolo: Malafazenda

Autore: Edoardo Tomba

Editore: Caravaggio Editore

Genere: Fantascienza 

Pagine: 72

Prezzo: 8,00 euro

Voto: 3/5

 

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TRAMA:

Eddy Grave è il musicista, un po’ poeta, della band Malafazenda, attorno alla quale ruota tutta una storia fatta dapprima di sogni di gloria e disillusioni e poi, quasi improvvisamente, di eventi che rasentano la follia e che trascinano il protagonista verso la scoperta di un’allucinante verità. Questo l’interrogativo che il Libro pone: non vi pare che il Futuro sia un po’ troppo in ritardo?

RECENSIONE:

All’inizio di questo volume, Eddy, musicista della band Malafazenda, riceve un rifiuto da una casa discografica. Ovviamente ciò non verrà preso positivamente dal ragazzo, né dal resto della band, verrà mostrato tutta la frustrazione del loro rifiuto, del ricevere un’ulteriore porta in faccia. Nonostante questo, però, continueranno il loro percorso – nel caso specifico del protagonista, scrivendo testi. Anche se in realtà tutte le canzoni da lui scritte assomigliano a poesie poichè non possiedono mai la giusta metrica per un brano musicale (e per questo motivo, insieme ad Alan – altro membro della band – era necessario un lungo lavoro per modificarle).

Accanto al tema della musica, è presente, in questo libro, un altro aspetto: ad Eddy incominceranno, infatti, a capitare eventi sempre più bizzarri. In un primo periodo, si tratta di cose semplici, come amici che non ricevono le sue telefonate, messaggi o e-mail, per questo non ci fa poi così tanto caso e non attribuirà valore a questi avvenimenti.

Ma quando la sua band cadrà a pezzi, Eddy sentirà il bisogno di uscire dagli schemi e di cambiare vita. Necessita un nuovo inizio e per questo decide di partire, raggiungendo un suo amico a Barcellona. Solo quando il suo viaggio avrà inizio gli eventi diventeranno più strani. Nemmeno lo stesso Eddy riuscirà a trovare una spiegazione logica per questo ed appare giustamente confuso.

Questo traspare anche nella lettura, che inizialmente ho trovato troppo “caotica”. Il non capire ciò che stava succedendo mi ha destabilizzato, in determinati momenti anche infastidendomi. Il motivo di una prosa di questo tipo, però, è certamente voluta e, poi, verrà spiegata.

Era uno strano periodo; qualcosa stava rapidamente cambiando in me. Nonostante gli sforzi per mantenere almeno in parte le abitudini e lo stile di vita precedenti, sentivo l’esigenza di cambiare, anzi, necessitavo proprio di migliorare qualcosa della mia persona, e a dire il vero, il piccolo paese con tutta la sua poca gente, con la sua pochissima apertura mentale e la quasi totale percezione di non riuscire a trovare uno sbocco, mi stavano facendo letteralmente ossidare. D’altronde, ormai avevo ben poco da dare a quei luoghi, e forse molto meno da ricevere – anche se vi ero chiaramente affezionato. Decisi allora di partire – o ripartire, visto che altri colpi di testa simili li avevo già avuti. Questa volta però avevo la netta sensazione che sarebbe successo qualcosa. Chissà.

“Malafazenda” è un libro veramente breve (come già detto, conta una di una settantina di pagine) e questo rappresenta sia un lato positivo che negativo. Le situazioni si evolvono in fretta, il lettore deve sempre fare i conti con nuovi eventi e ciò invoglia indubbiamente la lettura. D’altro canto, però, avrei voluto che si soffermasse maggiormente sui rapporti instaurati tra i personaggi, che spiegasse in modo più approfondito certi episodi, che si soffermasse di più su determinati aspetti. Infatti, la narrazione veloce non mi ha permesso di entrare totalmente all’interno della storia e non mi ha coinvolta e appassionata del tutto.

Potrei guidare quasi all’infinito. Credo che influisca molto quel senso di libertà che la strada mi infonde; d’altronde le strade sono molte – puoi decidere di andare a destra, a sinistra, e adirittura tornare indietro se ti va, ma solo in casi eccezionali. Comunque la vuoi mettere, la strada rappresenta una via da percorrere – magari il tuo destino è scritto su quel manto stradale – quindi, in qualche modo, è come poterlo decidere da soli… il proprio destino. Deciderlo da soli sì, ma sapendo in anticipo il risultato della scelta fatta.

Ho particolarmente apprezzato la svolta presente a metà volume, poiché assolutamente inaspettata. Leggendo la sinossi, non avrei mai creduto che questo libro potesse prendere questa piega (di cui non dirò altro!) e sono rimasta molto colpita. E’ qui che, infatti, si rivela in tutta la sua particolarità, aggiungendo suspance e curiosità per concludersi in un finale intenso. Nonostante i termini a volte complessi ma necessari, ho ritrovato quindi essere molto più interessante. È inoltre presente nelle ultime pagine un riferimento all’inizio di questo romanzo.

Lo consiglio a chi ama le storie particolari, da scoprire e che si divorano e leggono anche in un unico pomeriggio.

-@angelastories.