LA TRACCIA | RECENSIONE

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Titolo: La Traccia
Autore: Luciano Zaami

Voto: 3.5/5

Pagine: 159
Prezzo: 13,00 euro

Trama:

Una capitale dell’Est Europa è soffocata da una feroce dittatura a cui si contrappone una tenace resistenza guidata da Lupo, un capo carismatico su cui aleggia il mistero. Antonio, antiquario italiano, è sulle sue tracce, ma qual è il vero motivo che lo spinge a visitare un Paese alla vigilia di una rivoluzione? E quale invece il fil rouge che lo lega a Eva, enigmatica ragazza, e al Maestro, artista dalla controversa personalità? E chi sarà il filo di Arianna a guidarlo fuori da un intricato labirinto?

Incipit:

Su quello che mi aspetta dopo la morte non ho dubbi: sono ateo. Un giorno si spegnerà la luce e poi solo buio, niente paradisi o reincarnazioni: nulla, il vuoto più assoluto, la fine di questa lunga illusione, il crollo delle certezze su cui si fondano tutte le società del pianeta.

Recensione:

La rivoluzione è ormai alle porte e l’ingresso in un Paese dell’Est (non specificato all’interno del libro) di Antonio per ragioni di lavoro desta non pochi sospetti. Ormai lo Stato è distrutto dalla dittatura e lo scoppio di una guerra civile è imminente. La nazione, senza libertà di espressione, rappresenta la prima spia del regime dittatoriale: al minimo sospetto, in cambio di un po’ di cibo, è pronta a tradire anche i suoi compagni. 

Antonio, un antiquario italiano, sa perfettamente i rischi che corre mettendosi sulle tracce di Lupo, il carismatico e misterioso leader capo della Resistenza e voce del popolo. Le ragioni che lo muovono saranno da scoprire all’interno del libro, così come questo personaggio, determinato e al contempo spesso imprudente. Infatti, senza che ne se accorga, a volte è il primo a lasciarsi sfuggire informazioni compromettenti.

Del resto siamo attratti dalle nostre debolezze: il mistero e il mellifluo fascino di ciò che sappiamo essere male per noi è in fondo irresistibile.

Ervin, suo vecchio amico, gli fornirà un alloggio in cui essere al sicuro ed sarà sempre suo complice, aiutandolo anche attraverso il suo lavoro al ministero.

Altri personaggi che incontrerà Antonio nella sua avventura saranno Il Maestro, un artista reso celebre dal fatto che vende tutte le sue opere appena ultimate. Per me è stato lui, durante la lettura, il personaggio che più ho preferito: ho apprezzato la sua personalità complessa e le sue conversazioni con Antonio, che trattano spesso del tema dell’arte (che da sempre mi affascina). Proprio in una visita a casa del Maestro, Antonio incontrerà di nuovo Eva, figlia dell’ambasciatore con cui avrà una breve relazione.

Il vero eroe è fondamentalmente un uomo solo.

“La traccia” non è unicamente titolo del romanzo (che corrisponde anche a quello dell’unica opera conservata dal Maestro), ma anche simbolo di qualcosa di più profondo: della necessità per l’uomo di lasciare un messaggio che sopravviverà anche dopo la sua morte.

Inoltre, con questo romanzo l’autore lancia su una serie di spunti di riflessione filosofici e spesso pessimisti: sugli artisti, sul nostro continuo bisogno di comunicare con gli altri, più in generale sulla natura umana. Se da un lato le ho trovate interessanti e significative, dall’altro avrei però voluto approfondire maggiormente i personaggi e avrei preferito un po’ più d’azione, come accade nella parte finale del libro, che ho adorato.

Cosa resta di una vita, se tutto il vissuto andrà via con noi, se tutto quel che abbiamo visto e sentito sarà cancellato in un momento?

“La traccia” è un libro che lascia un segno, che fa per voi se cercate una lettura tranquilla e riflessiva, con un colpo di scena finale che vi sorprenderà.