HIROI KATA | RECENSIONE.

Titolo: Hiroi Kata
Autore: Tarek Komin
Pagine: 188
Genere: Fiction
Prezzo: 16,00 euro
Voto: 4.5/5

Trama:

Nel 1984 Ethan, un uomo di quarant’anni, si risveglia dopo un naufragio sull’isola di Hiroi Kata, lembo di terra dimenticato nel Pacifico. Sembra il capolinea di una sua deriva personale di cui scopriamo i primi ricordi: un padre spesso assente, la morte della madre dopo la nascita di suo fratello Kenneth e il fondamentale incontro con la giovane Mathilda. I due fratelli e la ragazza sviluppano fin dall’inizio un legame speciale e tra lei e Kenneth nasce l’amore. Ma la dura esperienza del Vietnam trasforma il fratello minore che torna a casa muto, cinico ed incredibilmente freddo. Trascura Mathilda, divenuta sua moglie, per dedicarsi al lavoro di controspionaggio in cui coinvolgerà lo stesso Ethan. Nel 1974 il rapporto tra i due si interrompe in modo traumatico ed ha inizio una reazione a catena che trascinerà i due fratelli ed altre quattro specializzate spie in una missione nelle Filippine per individuare chi della loro squadra si sia venduto ai sovietici. Ma il naufragio su Hiroi Kata è un imprevisto incalcolabile e ancor più imprevedibile il fatto che quelle desolate sponde non siano disabitate. Proprio quando il gelo e la diffidenza tipici della Guerra Fredda sembrano insinuarsi nella vita dei protagonisti in modo più pressante, l’improvviso approdo sull’isola incrinerà le loro certezze definitivamente. Combattere solitarie battaglie con i ricordi e personali fantasmi, fronteggiare amari tradimenti e l’incapacità reciproca di perdonare dettano ritmo all’avvincente narrazione. Passato e presente si tessono a vicenda sull’isola di Hiroi Kata, dove ognuno cerca le proprie risposte ai tasselli di un mosaico che gioca beffardo con la memoria e la curiosità del lettore, in una corsa a perdifiato, pagina dopo pagina, fino all’esaltante, stravolgente epilogo. I due fratelli e la ragazza sviluppano fin dall’inizio un legame speciale e tra lei e Kenneth nasce l’amore. Ma la dura esperienza del Vietnam trasforma il fratello minore che torna a casa muto, cinico ed incredibilmente freddo. Trascura Mathilda, divenuta sua moglie, per dedicarsi al lavoro di controspionaggio in cui coinvolgerà lo stesso Ethan. Nel 1974 il rapporto tra i due si interrompe in modo traumatico ed ha inizio una reazione a catena che trascinerà i due fratelli ed altre quattro specializzate spie in una missione nelle Filippine per individuare chi della loro squadra si sia venduto ai sovietici. Ma il naufragio su Hiroi Kata è un imprevisto incalcolabile e ancor più imprevedibile il fatto che quelle desolate sponde non siano disabitate. Proprio quando il gelo e la diffidenza tipici della Guerra Fredda sembrano insinuarsi nella vita dei protagonisti in modo più pressante, l’improvviso approdo sull’isola incrinerà le loro certezze definitivamente. Combattere solitarie battaglie con i ricordi e personali fantasmi, fronteggiare amari tradimenti e l’incapacità reciproca di perdonare dettano ritmo all’avvincente narrazione. Passato e presente si tessono a vicenda sull’isola di Hiroi Kata, dove ognuno cerca le proprie risposte ai tasselli di un mosaico che gioca beffardo con la memoria e la curiosità del lettore, in una corsa a perdifiato, pagina dopo pagina, fino all’esaltante, stravolgente epilogo.

Incipit:

1984 – L’isola di Hiroi Kata spuntava come un’unghia dalla carne del mare, in quell’alba biancastra, lanosa. Sulla spiaggia un uomo, Ethan, che inerme ne aveva tagliato lo sporco candore, confusa con la spuma delle onde, ora più calme.

Recensione:

Protagonisti di questa storia sono Ethan e Kenneth, due fratelli. Il primo ha sempre vissuto nell’ombra del secondo, il più deciso e distaccato. Ad unire e completare il trio è Mathilda, presenza che sarà fondamentale per i due. Ai ricordi dell’infanzia, si intreccia ed unisce la storia di Ethan nel 1984, con il suo naufragio ad Hiroi Kata, isola perduta nel Pacifico. E’ infatti inabitata, senza uomini ne’ animali, il problema principale sarà per lui la stessa sopravvivenza.

Ho amato questo romanzo, ne sono rimasta entusiasta. Il modo in cui è scritto è, a mio avviso, perfetto. Questo stile di scrittura, descrittivo, pieno di metafore, paragoni, evocativo e magnetico, è stata la cosa che più mi ha fatto entrare all’interno di questa storia. Riesce in pieno a far sentire le emozioni del protagonista, il suo stupore, la sua felicità, ma anche la sua disperazione. E’ un romanzo per cui bisogna dedicare tempo, per cui è necessaria la concentrazione quando si legge oppure si rischia di non capire. Non è una lettura da prendere con leggerezza, bisogna dedicarle le giuste attenzioni. Le descrizioni (seppur in alcuni punti troppo eccessive) mi hanno davvero incantata, piene di particolari. Una volta superata la metà, davvero non riuscivo a mettere giù questo libro, che una volta terminato ha lasciato un senso di vuoto. Ogni riga tirava quella successiva.

E’ una storia ben strutturata e definita, i ricordi, le vicende si vanno ad intrecciare, passando da un anno all’altro, facendosi più complesse andando avanti. Come tessere di un puzzle riusciamo a ricostruire il tutto solo alla fine del racconto.

Inizialmente raccontato attraverso capitoli brevi, questa storia merita di essere letta e conosciuta, un viaggio unico. Sicuramente, in futuro, lo rileggerò nuovamente, apprezzerò ancora una volta questa storia, composta da amore e guerra (vengono anche narrati i decenni della Guerra Fredda), sacrifici e dolore.

Un susseguirsi di vicende drammatiche e interessanti, ma che mi rimarranno nel cuore, raccontante in modo a mio avviso perfetto, con protagonisti caratterizzati perfettamente e in cui, nelle ultime pagine, si sottolineerà il valore del perdono.