AL RISVEGLIO | RECENSIONE.

Titolo: Al risveglio
Autore: Edoardo Luigi Giana
Pagine: 112
Genere: Horror
Prezzo: 14,00 euro
Voto: 4/5

Trama:

Nove racconti dell’orrore, uniti tra loro dalla tematica del risveglio. Antiche entità emergono da dimensioni imperscrutabili o sepolcri scoperchiati. Sussurri, rumori, malattie e palpitazioni destano dai propri sogni i protagonisti delle storie narrate e li trascinano nell’incubo.
Bambini che fuggono per strada nel cuore della notte, ipnotizzati dalla musica di una creatura aliena che li attrae in un portale infra-dimensionale. In un paese in cui i morti sono risorti dalle tombe un uomo incontra la moglie defunta. In un borgo e in un’epoca indefiniti, un anziano fattore offre il grembo della propria figlia a un’entità ultraterrena che si nutre di oscuri segreti. Nel 1446, l’Inquisitore Heinrich Institor Kramer si confronta con Kore, la Matriarca dei Vampiri. Ma anche una donna che si ribella alle molestie del marito, rincasato ubriaco a tarda notte, un uomo risvegliato da un mal di testa lancinante circondato da bambole di plastica, un altro risvegliatosi in ospedale dopo un incidente automobilistico la sua unica preoccupazione è recuperare la refurtiva dal proprio furgone, abbandonato in un deposito infestato dai fantasmi. E non manca una visita notturna di un Babbo Natale assai anomalo né sette nanetti da giardino, che durante la notte risvegliano una creatura antica e malvagia dalle profondità della terra.
Al risveglio racconta, con una scrittura che prima di farsi leggere si fa vedere, la storia di una varia umanità al limitare di quel labile confine tra incubo e delirio.

Incipit:

La serratura. Mi rigirai nel letto, le coperte che sembravano volermi vomitare come un bolo mal digerito.

Recensione:

Nove racconti horror sono contenuti in questo libro, diversi tra di loro ma collegati sia dalle atmosfere cupe ma soprattutto dalla tematica trattata, ovvero quella del risveglio (da qui anche il titolo del libro). Contesti e situazione sempre nuovi, che vanno da morti che risorgono, ad una donna che si ribella al marito fino ad arrivare al 1446 e all’incontro tra l’Institor Keamer e Kora (la Matriarca dei Vampiri) oppure a malefici nani da giardino (questi ultimi due rientrano tra i miei racconti preferiti).

Dopo un inizio in cui non mi stava convincendo tanto (ovvero i primi due racconti), questo libro mi ha piacevolmente sorpresa e fatta ricredere. Andando avanti con il libro è riuscito a trasmettermi sempre di più.

Donato barcollò. Fissò la bambina, con i polmoni che ancora si rattrappivano nel petto per sospingere l’aria verso l’esterno, in un gemito infinito. La bambina era nuda, immobile. Inginocchiata tra le bambole in una malinconica natura morta, le piccole mani erano giunte tra le cosce, e i capelli le spiovevano sulla fronte. Oro bianco, nella luce fatua della luna. La pelle diafana era soffice e asciutta come il talco. “Perchè l’hai fatto?”

Il maggiore punto di forza di questo libro è per me come l’autore riesce a trasmettere in maniera prefetta le sensazioni dei protagonisti: inquietudine, ansia, paura, disperazione accomunano i diversi racconti, bensì spiegate in modo sempre diverso. Edoardo Luigi Giana descrive un quadro ben strutturato, capace di trasmettere immagini talvolta orrende e che sprigionano ribrezzo addirittura nel lettore.

Lo stile è caratterizzato da periodi in un primo momento brevi, ma non solo. Determinati periodi più lunghi in certi momenti ho trovato difficili da seguire. Il linguaggio utilizzato è ricco e complesso, tutto sommato devo dire che è uno stile che ho apprezzato. La maggior parte dei racconti hanno per me un atmosfera perfetta, agghiacciante, anche per il modo in cui è stata scritta, riuscendo così a trasmettermi ansia e paura (interrotta a volte da determinati termini articolati).

Non lasciate che entrino. Scaraventateli fuori, per strada. Lasciate che si infrangano sull’asfalto e che i loro cocci si spargano sotto al sole, e sotto il sole cuociano.

Questo libro è perfetto per chi cerca una lettura che lo tenga incollato alle pagine, inquietante e spaventosa, descritta però in modo davvero eccellente.